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MONTECAROTTO
Da sempre considerato una sorta di demarcazione tra il territorio di Senigallia e il territorio di Jesi, Montecarotto è ancor oggi erede di certi aspetti senigalliesi, linguistici o di costume, pur avendo ormai assunto la connotazione tipica di uno dei sedici castelli del Contado di Jesi. Il toponimo deriva dal latino Mons Arcis Ruptae, che si riferisce ad una antica rocca che fu demolita intorno al Mille, sulle cui fondamenta fu poi costruita la chiesa parrocchiale (XIV sec.). Oggi Montecarotto si identifica con la produzione del vino Verdicchio di alta qualità, competitivo sul mercato italiano ed estero. Il centro storico è protetto da una notevole cinta muraria restaurata nel 1509 su disegno di un architetto lombardo. Interessanti sono due torrioni, uno cilindrico e l’altro poligonale, collegati da un percorso interno. All’interno del centro storico si trova il bel Teatro Comunale (sec.XIX), recentemente restaurato e tornato in attività. In cima al paese sorge la Collegiata della SS. Annunziata, notevole monumento neoclassico che conserva molte opere d’arte, tra cui un gruppo scolpito in legno di Corrado Teutonico (1781) e una croce processionale in argento sbalzato e cesellato di oreficeria jesina del XVI secolo. Appena fuori le mura, la Chiesa di S. Francesco(XVII sec.)espone in facciata un notevole bassorilievo con l’Adorazione di S. Francesco e il pregevole organo (1740) dell’istriano Pietro Nacchini, maestro di Gaetano Callido.

 

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