SCENETA DAL VERO*
(Largo Belvedere. Una popolana si rivolge ad una signora affacciata)
- Eh, digo a lei, signora: …guardi qui;
scusi, me levi ’sta curiosità.
Cus’è da lei che sòna tanto be’ ?
- È la radio.
- La radio? Quela è?
Ah, quant’è bela! Staria qui a sentì
Senza mòveme più fino a domani!
Bela, bela un bel po’: non c’è che di’!
- È una bella scoperta; bella sì,
che fa sentire i suoni più lontani;
i suoni e le canzoni.
Forse pensate ch’io non dica il vero,
ma scherzi e vi canzoni.
Sapete voi dov’è che suona ora?
- Diga, diga, signora!
- Da Gratz: è lì che suona!
- Dale Grazie?![1] …Oh, Madona!...
Ma non dirà davero?
Dale Grazie se sente qui in Ancona?...
Pare n’ inzogno!... Chi ce crederia!...
Guasi, guasi diria che me cujona!...
Turnasse al mondo nona mia; mi nona!...
Turnasse al mondo lia!...
Diria ch’è stato el Diavolo, diria!...
Signora, tante grazie, tante grazie!-
(Forte)
- Gente, ave’ inteso? Sòna dale Grazie!!...
*Da Storie e Sturièle di Palermo Giangiacomi
[1] Grazie: frazione di Ancona
Sceneta dal vero (testo del 1929) di Palermo Giangiacomi.
"Sceneta dal vero" video interpretazione teatrale da parte di Tany d'Ancona e Nadia Mogini della Compagnia Teatrale Tany d'Ancona tratto da "Omaggio a Palermo Giangiacomi", 20/3/2009 di Fabio Manini.
Archivio Ivana Pellegrini.
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