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Arcevia
Posta a cavallo dell'ultimo contrafforte della catena appenninica, Arcevia gode di una posizione straordinaria: dalle sue mura lo sguardo va dalle montagne appenniniche al mare, mentre il centro storico è un vero scrigno di opere d'arte. Il suo territorio è ricchissimo di siti archeologici, soprattutto preistorici e celtici. Il comune nacque all'inizio del 1200, con il nome di Rocca Contrada, che conservò sino al 1817. Fedele allo Stato della Chiesa, sottomise con le armi un gran numero di castelli circostanti, che ora compongono il territorio comunale. Nel suo territorio nacquero numerosi artisti e letterati, come il pittore Ercole Ramazzani, l'architetto Andrea Vici, e Fernando Palazzi, l'autore del Dizionario della lingua italiana.
La cinta muraria medievale risale alla metà del XV secolo ed è intercalata da numerosi torrioni, e da quattro originarie porte d'ingresso, opera di architetti di provenienza lombarda. La splendida collegiata di San Medardo è stata ricostruita integralmente nel 1644, al tempo in cui Livia della Rovere fu governatrice di Arcevia, e conserva veri e propri capolavori d'arte, come le due pale lignee del grande pittore rinascimentale Luca Signorelli, il “Battesimo di Cristo” e il “Polittico di San Medardo”, risalenti ai primi anni del Cinquecento, il dossale d'altare in maiolica di Giovanni della Robbia, del 1513, una seicentesca “Madonna del Rosario” di Simone Cantarini, e i superbi altari lignei dorati, dell'ebanista francese Leonardo Scaglia. Annessa alla chiesa si trova una Raccolta attrezzata, contenente tutte quelle opere che nella chiesa non trovavano adeguata collocazione tra cui le tele del veronese Claudio Ridolfi e dell'arceviese Ercole Ramazzani, esponente di spicco dello stile cinquecentesco marchigiano.
La Chiesa di San Francesco è di origine duecentesca, ma oggi presenta come una fusione di elementi barocchi e stile neoclassico sobrio e luminoso. Autore degli scenografici stucchi e gessi dell’interno fu l'architetto e scultore genovese Lorenzo Bossi, nel 1750. Dell'originale costruzione romanica rimane all'esterno il bel portale di pietra bianca e rosa. All'interno si conserva la “Vergine del Parto”, affresco di scuola umbro-marchigiana del XIV secolo, e un'“Estasi di San Giuseppe da Copertino” del pittore settecentesco Sebastiano Conca. Il frequentatissimo parco Leopardi è ubicato nel punto più in alto del colle, a circa 550 metri e si sviluppa su tre piani, uniti da caratteristici sentieri ombrosi tra possiede un notevole patrimonio floristico. Nel punto più alto del parco, dove si scorgono alcuni resti dell'antico cassero, si ammira uno splendido panorama sulla catena appenninica.
I Nove Castelli di Arcevia sono gli antichi borghi fortificati che il comune di Rocca Contrada conquistò, oppure fondò di propria iniziativa, per creare e controllare un ampio contado. Attraverso questi antichi centri murati di impianto trecentesco e quattrocentesco, si possono oggi effettuare suggestive escursioni. In ordine alfabetico abbiamo Avacelli, nascosto nel verde del Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi; Castiglioni, con la bella chiesa di Sant'Agata; Caudino, il più appartato; Loretello, con lo scenografico ponte d'accesso. Montale, con le torri di guardia. Nidastore, con le sue antiche leggende. Palazzo, con le case in pietra che scendono a cascata l'una sull'altra. Piticchio, dal centro storico perfettamente conservato e San Pietro, con il santuario della Madonna di Montevago.