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Camerano
Camerano, l’antica “Cameranum”, o “Camuran” o, più semplicemente, “Camburan” come viene chiamata in termini dialettali, ha antichissime origini. Il primo insediamento umano documentato risale agli antichi Piceni, nel periodo tra il VII e il IV millennio a.C. In seguito, il territorio passò sotto il controllo dei Romani. Dal XVI sec. Camerano è accertato come Castello di Ancona e, seguendo le vicende del capoluogo dorico, passò sotto il dominio dello Stato della Chiesa. L’attuale Palazzo Comunale, ex Convento dei Padri Minori Conventuali, venne costruito nel 1788, su progetto di fra Domenico Frezzini; acquistato dal Comune di Camerano dopo il 1815, fu interamente restaurato dopo il sisma del 1972. Oggi, il Palazzo, sede del Municipio, ospita diverse tele, tra le quali un Cristo Risorto del Pomarancio. La Chiesa di San Francesco, secondo un’antica tradizione, sarebbe stata fondata, con l’attiguo convento dei Frati Minori, dallo stesso Santo d’Assisi, presente nel 1215 ad Ancona e Sirolo in occasione del suo viaggio in Oriente; è a pianta rettangolare con abside ellittica dietro l’altare maggiore, presenta quattro altari laterali, due su ciascuna navata. All’interno sono conservate opere di notevole interesse: Natività di E. Van Schayck del 1600, Sant’Antonio di Padovadella scuola del Pomarancio del 1628, San Francesco di Marco Vannetti, Traslazione della S. Casa del Fasolilli. La Chiesa Parrocchiale dell’Immacolata Concezione è forse la più antica del territorio di Camerano. Sorta come Pieve ubicata fuori dalla primitiva cinta muraria, ebbe inizialmente il titolo di S. PietroApostolo, quindi quello di S. Maria e S. Pietro ed, infine, della “Immacolata Concezione”. La chiesa subì una trasformazione radicale nel 1676, quando venne aggiunta la navata principale che le diede l’attuale conformazione a croce greca e fu spostata la facciata sulla Via Maratti. Conserva pregevoli opere d’arte, la principale delle quali è la “Vergine con Bambino e Santi”, l’opera giovanile più importante di Carlo Maratti, il pittore ed incisore secentesco nato a Camerano da famiglia di origini dalmate. La Chiesa di S. Nicola di Bari o di Santa Faustina risale ai secoli X-XI, epoca in cui si diffuse il culto di S. Nicola di Bari. La storia della chiesa si legò, nel XVIII secolo, al nome del pittore Carlo Maratti, che, a dimostrazione del suo attaccamento al paese d’origine, donò alla chiesa un quadro di S. Nicola di Barie vi fece trasferire dalle catacombe di Roma le spoglie della martire cristiana S. Faustina, il cui nome, non a caso, era quello dell’amatissima figlia del Maratti, pittrice e soprattutto, valente poetessa dell’Arcadia. All’interno della chiesa sono presenti due medaglioni raffiguranti l’uno Carlo Maratti e l’altro la moglie Francesca De Gommis, opera di Camillo Rusconi, scultore barocco, che li realizzò nel 1712 per conto del Maratti stesso.