San Marcello http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello Tue, 26 Jan 2016 09:08:45 +0000 Joomla! - Open Source Content Management it-it simonedigrandi.ag@gmail.com (La Memoria dei Luoghi) ALESSANDRO LANARI - BIOGRAFIA http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/160-alessandro-lanari-biografia http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/160-alessandro-lanari-biografia

Alessandro Lanari nasce a San Marcello (An) il 25 gennaio 1787(1 e ancora giovanissimo lascia le Marche, dove invece rimarrà suo fratello Luigi dedicandosi all’attività teatrale della Vallesina e aiutando Alessandro in molte sue imprese.
Poche e frammentarie le notizie con le quali il Lanari si è avvicinato al mondo del teatro, ma sembra che il matrimonio con la mezzosoprano Clementina Domeniconi, avvenuto attorno al 1810, sia stato l’inizio del suo interesse per il mondo dello spettacolo.
La Domeniconi era una cantante di grande rilievo nel mondo operistico dell’epoca e proveniva da una famiglia di attori e musicisti. Dal matrimonio nacquero due figli Antonio e Amalia, ma la loro unione incontra il naufragio attorno al 1825, e Lanari si lega alla nuova compagna: la cantante Carlotta Corazza(2.


Nel 1820-21 Lanari si trova a Lucca(3 e prende in gestione la sartoria teatrale che resterà un punto saldo nell’attivitàdell’impresario e fu seguita anche dalle sorella. Più tardi assume l’appalto del lucchese Teatro del Giglio; solo due anni dopo saràla volta del La Pergola di Firenze – che diviene, per tutta la sua attività, il centro sperimentale e operativo delle sue intuizioni – e poi il Comunale di Bologna e quello degli Avvalorati di Livorno. Anno dopo anno conquista i maggiori teatri toscani e umbri per poi volgersi al resto dell’Italia sia con l’appalto diretto, sia come impresario di artisti che forniva alle compagnie, sia come fornitore di materiale di scena.
La Scala di Milano, la Fenice di Venezia, l’Apollo di Roma, il Comunale di Bologna, il Filarmonico di Verona, il Comunale e la Fiera di Senigallia, Le Muse di Ancona, il teatro Regio di Napoli, e poi i teatri di Siena, Pisa, Foligno, Perugia (4 fino ad aprire una di succursale anche a Parigi che forniva cantanti ai maggiori teatri europei e anche a quelli in via di costruzione a New York e l’Avana. Un successo continuo che gli fruttò ingentissime ricchezze e il potere di fare il bello e cattivo tempo del teatro italiano tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Napoleone degli impresari”.


John Rosselli nel L' impresario d'opera , afferma che la figura di Lanari potrebbe sembrare sopravvalutata in quanto è l’unico impresario di cui si conservi un consistente carteggio che raggiunge le 15000 lettere, ma non manca di sottolineare assieme ad un carattere duro, autoritario, senza scrupoli un’abilità unica nella gestione di ogni aspetto dell’attività scenica: “Lanari seguiva personalmente tutto, anche le cose in apparenza minime: quand’era fuori Firenze si ostinava a voler controllare la quantitàdi lustrini che venivano comprati per la sartoria e varie qualità di stoffe, e se il prezzo lui i prezzi pagati per varie qualità di stoffe, e se il prezzo gli pareva eccessivo di doleva altamente dei dipendenti che lo “assassinavano”. Verso i dipendenti era sospettosissimo, e quindi non dava loro né deleghe né mansioni ben definite, tanto che finivano per litigare tra loro(5. Ciò non toglie che il Lanari abbia racchiuso in se enormi segni di freddezza e cinismo con straordinarie capacità di allestire opere di grande valore curando personalmente ogni dettaglio dai costumi, alle scene. Donizetti, del quale mise in scena ben 5 opere prime, ne esalta l’accortezza e l’eleganza delle messe in scena; il giovanissimo Verdi, di cui tiene a battesimo due prime, gli affida il difficile allestimento del Macbeth. È sempre Rosselli che richiama un passo di una lettera di un osservatore che dice “Il vestiario, lo scenario, ed anche una parte dei balli son diretta [sic] da lui, che ne ha estese cognizioni, ed io lo vedo la sera sul palcoscenico a fare quello che non riuscirebbero a fare molte persone, e tutto con freddezza di sangue, e senza sgomentarsi”.


“La sartoria fu una delle due attivitàche più influirono sulla carriera del Lanari; l’altra fu il sistema (che egli sviluppò dopo il 1820) di fare contratti a lunga scadenza con cantanti promettenti per poi ricavarne un utile sistemandoli nelle varie piazze. (6”
Probabilmente Lanari sapeva molto bene che il suo lavoro, e quindi la sua ricchezza, si reggeva al sottile e fragile filo dello spettacolo che in quegli anni si conosceva un buon tenore, ma poteva cambiare da un giorno all’altro, e per questo era accorto e pronto a sfruttare quanto più era possibile poiché aveva, in alcune occasioni, errato e perso molto denaro e lo spettro del fallimento era sempre in agguato.


Il segreto del grande successo del Lanari sembra essere proprio la messa a punto di un sistema di lavoro che abbraccia l’attivitàteatrale a 360°: la cura dei costumi, che produceva e noleggiava nella sua storica sartoria, l’affitto e la creazione delle scene, il noleggio degli spartiti musicali, all’epoca poco chiari sulla questione dei diritti d’autore, i contratti a intere compagnie di cantanti che così uniti riusciva a vendere ad un prezzo molto più competitivo sulle varie piazze teatrali come una moderna agenzia. Nel contempo proponeva al pubblico stili diversi andando a premere anche su rivalità interne di cantanti e musicisti che suscitavano interesse, attenzione, e critiche, ma che comunque portavano notorietà ai suoi spettacoli. All’interno di queste sue agenzie aveva l’abilità di individuare i giovani cantanti più promettenti e custodirli sotto la sua ala come successe con la giovane Giuseppina Stepponi futura moglie di Giuseppe Verdi alla quale fu molto vicino in periodi difficili (7 e che divenne protagonista di alcune opere di Donizetti, o con il grande tenore francese Duprez passato alla storia con il suo “do di petto” (8. Anche con i muscisti non fu da meno: ebbe un legame molto saldo con Donizetti divenuto quasi indissolubile al momento del suo lungo lavoro a Napoli, ma attorno al 1840, quando il melodramma italiano assiste all’arrivo delle prime opere di Verdi, Lanari, dopo un primo momento di titubanza, non esista a preferirlo all’amico Donizetti oramai all’estero. Punta spesso sulle novità meno di moda e in questo La pergola di Firenze diviene una sorta di centro di sperimentazione durato per tutti i 25 anni che lo ha avuto in gestione Lanari, dove ha proposto allestimenti e opere non usuali per l’epoca, ma che poi sono diventate un classico del melodramma internazionale.
Alessandro Lanari muore a Firenze il 7 ottobre del 1852 (9 e la sua ditta viene rilevata da suo figlio, avvocato, che la guida per dieci anni fino al completo fallimento (10.

 

di Federica Candelaresi

NOTE
1.Archivio Parrocchiale di San Marcello, Libro Sesto, Battesimi dell’anno 1764 infino al 1808, n° registro 1298 “Alessandro Maria Francesco Melchiorre figlio del Sig. Antonio lanari e di Angela Coniuge nato questa notte nove fu battezzato da Don Angelo Galeazzi parroco, madrina fu Maria Giacani.”
Si ringrazia per la preziosa collaborazione il Parroco di San Marcello Don Antonio Balducci.
2. J. Rosselli, L' impresario d'opera, Torino, 1985.
3. AA.VV., Dizionario storico-biografico dei marchigiani, Ancona, 1992.
4. Francesco Regli, Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici, maestri e concertisti, coreografi, mimi, ballerini, scenografi, giornalisti, impresari, ecc. ecc. che fiorirono in Italia dal 1800 al 1860, Torino, 1860.
5. J. Rosselli, L' impresario d'opera, op.cit. p. 35.
6. Idem p. 33.
7. A. Rostagno, Dizionario Biografico degli Italiani,Volume 63, 2004.
8. J. Rosselli, L' impresario d'opera, op.cit. p. 34.
9. Rostagno nel Dizionario Biografico degli Italiani riporta il 7 ottobre, mentre Redi scrive il 3 ottobre.
10. J. Rosselli, L' impresario d'opera, op.cit. p. 35.

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) San Marcello Fri, 16 Oct 2015 14:34:40 +0000
ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 1 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/156-archivio-fotografico-comunale http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/156-archivio-fotografico-comunale Le foto, qui presentate, sono frutto di una mostra allestita a San Marcello nel 2000 per iniziativa di alcuni cittadini che hanno voluto ricostruire l'immagine più antica del loro paese che la fotografia postesse immortalare. Accurate ricerche nelle case private e nell'archivio comunale hanno restituito queso splendido patrimonio fotografico, ora conservato e digitalizzato presso l'archivio del Comune. Di seguito ne riportiamo una sintesi che narra la storia fotografica del comune.

ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 2 - ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 3

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Alcune foto di soldati scattate tra il 1915 e il 1916

1913. Gioco delle bocce

Alcuni ritratti del Primo Novecento

Foto di aviatore della prima metà del Novecento

Coppia ritratta nel 1928.

Alcuni paesaggi di San Marcello

 ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 2 - ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 3

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) San Marcello Fri, 16 Oct 2015 14:31:03 +0000
ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 2 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/157-archivio-fotografico-comunale-1 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/157-archivio-fotografico-comunale-1 ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 1 - ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 3

Costruzione del serbatoio dell’acquedotto nel 1927

Arco di accesso al centro storico con sopra il palazzo del Teatro Paolo
Ferrari

Luciano Taglioli alla Sagra della Salsiccia

Festa del ringraziemento

 ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 1 - ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 3

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) San Marcello Fri, 16 Oct 2015 14:32:09 +0000
ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 3 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/158-archivio-fotografico-comunale-2 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/158-archivio-fotografico-comunale-2 ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 1 - ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 2

ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 1 - ARCHIVIO FOTOGRAFICO COMUNALE 2 

 

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) San Marcello Fri, 16 Oct 2015 14:32:59 +0000
ARCHIVIO STORICO COMUNALE 1 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/154-archivio-storico-comunale http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/154-archivio-storico-comunale
L’Archivio Storico del Comune di San Marcello, ben conservato e disposto in ordine cronologico, presenta documenti pubblici e privati che vanno dalla seconda metà del 1400 fino ad oggi.
Una sezione a parte è dedicata alla raccolta storica degli spartiti musicali usati dalla locale banda cittadina tra la fine del 1800 e la prima metà del Novecento.
Di seguito presentiamo alcune immagini dei documenti in esso conservati.

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ARCHIVIO STORICO COMUNALE 2

Alcune pagine del Catasto datato 1460

Bolla di Pio V del 3 ottobre 1567 ai possidenti di San Marcello per mettere fine ai continui e ingiusti pagamenti richiesti da Jesi e dai suoi Castelli.

 

Bolla di Papa Gregorio XIII del 1579 con cui riordina il governo dei Castelli.

 

Catasto del 1616

Catasto del 1798

1656. Istruttione per il purgatori di robbe.
Il testo a stampa insegna in maniera particolareggiata agli artigiani e ai cittadini a disinfettare vestiti e oggetti al fine di non incorrere nel contagio della peste.
Tra i metodi più usati c’è il lavaggio con il carbone e l’incenso, l’aceto per i metalli.

 

Editto di Francesco Maria Cacherano del 1776 con la quale si forniscono indicazioni dettagliate sulla pulizia delle strade e le sanzioni a cui si incorrerà per il mancato rispetto di esse.

 

Lettera del 1792 inviata da Rosora ai comuni di Morro, Belvedere e Musciano per prendere parte all’incontro a Santa Maria delle Moglie per discutere “su L’affare delle Aggravi, che di continuo si fanno dalla Città di Jesi al Contado“.

 

1808 –1815, parti del libro dell’Ufficiale aggiunto dello Stato Civile del Regno d’Italia, dipartimento del Metauro, Distretto V, Cantone di Jesi.

 

Sonetto del 1820 per l’approvazione comunale a continuare il gioco del pallone in Piazza Santa Maria.

 

Notifica del 1858 con cui, cessata l’emergenza, viene meno il bisogno di importare l’olio dagli stati esteri.

 

Editto del 14 aprile 1858 emanato da Pio IX sul ripristinato valore delle monete entro i confini dello Stato.

 

ARCHIVIO STORICO COMUNALE 2

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) San Marcello Fri, 16 Oct 2015 14:26:50 +0000
ARCHIVIO STORICO COMUNALE 2 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/155-archivio-storico-comunale-1 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/155-archivio-storico-comunale-1 ARCHIVIO STORICO COMUNALE 1

Norme per arginare l’idrofobia o rabbia del 28 giugno 1860

 

Decreto del 21 ottobre 1860 per il voto ad aderire alla monarchia costituzionale di Vittorio Emanuele II.

 

“Provvedimento pei volontari dell’Esercito del General Garibaldi” datato 26 novembre 1860. La richiesta del Commissario al Comune di San Marcello è quella di indicare chi e quanti cittadini siano arruolati nell’esercito garibaldino e se vi sono nel territorio famiglie “caritatevoli” che possono accogliere malati e feriti.
A seguire la risposta del Comune di San Marcello che attesta che nessun cittadino del paese è partito per seguire l’esercito di Garibaldi.

 

Avviso esattoriale del 1861. Sul vecchio modulo dello Stato Pontificio sono state depennate le istituzioni erariali abolite dal nuovo ordinamento monarchico.

 

5 gennaio 1861. Norme per l’esecuzione del Decreto sulla soppressione delle Compagnie Religiose ed altri enti morali i cui beni e rendite passeranno alla Cassa Ecclesiastica.

 

Invito ai Comuni a celebrare la Festa dello Statuto la seconda domenica di maggio.

 

Verbale di Giuramento degli Ufficiali della Guardia Nazionale

 

Accorato appello ai comuni della Vallesina riguardo la costruzione della ferrovia che deve unire Roma ad Ancona e che un nuovo progetto, presentato dalla Provincia di Macerata e dalla città di Osimo, vorrebbe deviare da Albacina alla Valle del Potenza. Si pregano i comuni affinché esprimano voto contrario al nuovo progetto.

 

Decreto conclusivo dell’Intendenza generale con cui, dopo alcune imprecisioni nella composizione delle liste degli elettori presso il comune di San Marcello si stabilisce il numero di 16 iscritti.

 

Norme e ordinamento per la riapertura e il funzionamento delle scuole per l’anno scolastico 1861—1862.

 

Copertina del copioso volume “Prontuario Alfabetico di tutti i Notari che hanno rogato strumenti..” dal 1490 al 1808 compilato da Pacifico Baldelli.

 

Telegramma che annuncia la nascita della principessa Maria Gabriella al Palazzo Reale di Napoli il 24 febbraio 1940, figlia del Re Umberto II e Maria Josè.

ARCHIVIO STORICO COMUNALE 1 

 

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) San Marcello Fri, 16 Oct 2015 14:27:40 +0000
ARNALDO GIUSEPPE FORNAROLI - BIOGRAFIA http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/159-arnaldo-giuseppe-fornaroli-biografia http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/san-marcello/159-arnaldo-giuseppe-fornaroli-biografia

Arnaldo Giuseppe Fornaroli e la difficile nascita della centrale telefonica automatica di Jesi

 

Arnaldo Giuseppe Fornaroli nacque a Copparo (Fe) nel 1885, ma si trasferì nelle Marche di cui era originario suo padre, e precisamente a Ostra Vetere(1. Due lauree alla Bocconi, la prima in scienze economiche, la seconda in scienze politiche, Fornaroli combatte nella prima guerra mondiale guadagnandosi la croce di guerra, viaggia e lavora tra Spagna, Francia e Germania. A Berlino collabora con la Siemes carpendo i segreti delle reti telefoniche automatiche già una realtà consolidata negli Stati Uniti fin dal 1880, e mezzo in divenire in molte nazioni europee.


Ritornato in Italia, nella sua Ostra Vetere, fonda la sua azienda: l’Impresa Telefonica D.A.G. Fornaroli & C.
Nel 1912 il Ministero delle Poste e Telegrafi concede per 23 anni alla ditta Fornaroli di impiantare “una rete telefonica urbana” nel Comune di Jesi estendendola anche verso i comuni di Castelplanio e Poggio San Marcello.
L’individuazione di Jesi come prima città ad avere una rete telefonica automatica che mandi in pensione le note signorine dei telefoni, e garantisca un servizio continuo durante il giorno e la notte, è dovuta anche all’ingegnere Giacomo Magagnini che nel 1911 fu nominato consulente tecnico del Ministero delle Poste e Telegrafi e poi Segretario generale del Consiglio Superiore dei Telefoni di Stato. Magagnini è di Jesi e proprio nella sua città agevola l’istallazione delle prima centrale automatica telefonica.


Con la liberatoria ministeriale in mano, Fornaroli chiede immediatamente al Comune di Jesi di usufruire gratuitamente di alcuni locali per lavorare, e un contributo di cinquemila lire; in cambio avrebbe non solo costruito la rete telefonica urbana, ma anche fornito la città di due cabine a gettone: una al centro storico, l’altra alla stazione. Il comune acconsente, ma l’impresa si fa subito ardua: i locali per lavorare sono stati trovati, ma devono essere sistemati, non si arriva ad un accordo su chi debba provvedere al riordino. Altra questione è dove sistemare la centrale automatica che richiede un considerevole spazio: sembra non esserci alcuno stabile che possa garantire la copertura adeguata o essere avulso da qualche complicanza, e alla fine si decide per Palazzo della Signoria nei locali dove un tempo erano le scuderie dei carabinieri pontifici. Anche queste però vanno rimesse a nuovo e le competenze si rimpallano, così alla fine Fornaroli rinuncia al contribuito di cinquemila lire pattuito con il Comune purché i locali siano rimessi a nuovo dal Comune e concessi alla sua azienda per almeno 25 anni.
Il Comune rifiuta perché non vuole superare i 9 anni di concessione ed esige un affitto di duecento lire l’anno, oltre ciò chiede a Fornaroli tre apparecchi telefonici gratuiti per i propri uffici.


Fornaroli non molla e dopo qualche mese è il Comune ad arrendersi alle sue richieste. Finalmente i lavori per la costruzione della nuova e modernissima centrale prendono avvio; si tratta di un modello della Siemens-Halske del tipo “passo a passo con numerazione decimale e selettore, a semplice rotazione ad a sollevamento e rotazione, sistema Shower. Equipaggiata per 300 numeri funzionava per 150”(2, e qui si apre la corsa a chi per primo in Italia abbia attivato una centrale telefonica automatica.
Tutti concordano che la prima fu quella di Prati di Castello a Roma attivata il 1° dicembre 1913 e in grado di fornire il servizio a 2000 utenti(3. In realtà la centralina romana doveva essere attiva già il 1° di novembre di quell’anno, ma forse, alcuni problemi, ne abbiamo posticipato l’avvio fino al mese successivo.
La centrale di Jesi fu ufficialmente inaugurata nella primavera del 1914, ma in realtà sembra funzionare già da qualche mese poiché molti giornali riportano il 1913 come data dell’effettivo inizio di lavoro, a questo si aggiungono le memorie storiche del Circolo Cittadino di Jesi che racconta “nel giugno del 1913 viene approvata la spesa per l’abbonamento alla rete telefonica urbana (anche in questo caso la società è all’avanguardia nella tecnologia: a Jesi proprio nello stesso anno era stata impiantata la prima centrale telefonica automatica d’Italia )”(4.


Anche i giornali dell’epoca fanno risaltare la notizia dell’impresa jesina portata avanti da Fornaroli: dalle pagine della Domenica del Corriere del marzo 1913 si racconta che “…in quella città [Jesi] si sta impiantando la prima centrale automatica d’Italia”, a questo fanno eco i giornali locali che però spostano la data al 1914, come L’ordine -Corriere delle Marche che il 6 aprile del 1914 scrive “Da pochi giorni funziona nella nostra città un impianto telefonico automatico per la rete urbana” o anche riviste specializzate come la Telefonia di Varese che nel numero di agosto del 1914 parla della centralina attivata a Jesi nella “scorsa primavera” o la pubblicazione edita dalla Siemens del 1963 in occasione dei cinquant’anni di telefonia automatica in Italia, che conferma l’attivazione delle centrale jesina nel 1914(5.
La centrale costruita da Fornaroli è ora conservata al Museo del Telefono di San Marcello ancora funzionante ed elemento di grande suggestione per i visitatori che possono carpire i segreti e i meccanismi di questa grande macchina che ha portato la Vallesina tra le prime aree d’Italia al vertice delle nuove tecnologie.


di Federica Candelaresi

Bibliografia
1. Corriere Adriatico, martedì 2 dicembre 2003.
2. Vitaliano Cinti, Vivere nel Novecento, Jesi, 1993.
3. Dizionario delle Scienze Fisiche Treccani, 2012.
4. Circolo cittadino di Jesi, La società di lettura e conversazione, www.circolocittadinojesi.it, 2009.
5. Le citazioni delle riviste sono tratte da un articolo di Giuseppe Luconi, Il Romanzo del Telefono, da, Il Passì, numeri di settembre, ottobre e dicembre, Jesi, 1992.

 

 

 

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) San Marcello Fri, 16 Oct 2015 14:33:58 +0000