Arcevia http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia Sat, 23 Sep 2017 02:06:17 +0000 Joomla! - Open Source Content Management it-it simonedigrandi.ag@gmail.com (La Memoria dei Luoghi) ANDREA VICI - BIOGRAFIA http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/35-biografia-andrea-vici http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/35-biografia-andrea-vici Andrea Vici nasce a Palazzo di Arcevia (all'epoca ancora Rocca Contrada) il 9 novembre del 1743 da Arcangelo, anch'egli architetto stimato per numerose opere nel territorio delle Marche. Al compimento del 14esimo anno si trasferì a Perugia per proseguire lo studio delle lettere e della matematica, oltre che per cominciare l'apprendistato e lo studio del disegno presso il pittore Francesco Appiani. Nel 1760, all'età di17 anni, si trasferì a Roma presso la scuola di Stefano Pozzi; per intraprendere lo studio della pittura, che abbandonò ben presto in favore della più amata architettura a cui si avvicinò studiando a bottega da , che sostituiva Luigi Vanvitelli (all'epoca impeganto a Napoli) presso la Reggia di Caserta.
Nel 1765, in seguito alla morte del Murena e dei suoi genitori, rientra nelle Marche trasferendosi dal fratello nei pressi di Offagna. Qui comincia ad ottenere incarichi per la realizzazione di chiese, oltre al ben più prestigioso incarco per la realizzazione del canale Pio presso la Cascata delle Marmore. Sarà prprio questo impegno a portarlo a rifiutare l'offerta di proseguire i lavori presso la Reggia di Caserta in seguito alla morte di Luigi Vanvitelli.
Il successo del progetto realizzato per le cascate (che aveva lo scopo di liberare la Valnerina dalle continue inondazioni), gli garantì la nomina di primo Ingegnere della Congregazione delle acque, oltre all'onoreficenza di essere eletto architetto della Fabbrica di San Pietro (rinunciando per questo a ben due cattedre a Milano e a Mantova).
Nel 1785 venne eletto membro dell'Accademia di S. Luca, impegnandosi attivamente, assieme all'amico Antonio Canova, nella difesa delle opere d'arte italiane dal trafugo. Dopo essere stato segretario, alla morte del Canova, lo sostituì nella carica di presidente.
Riguardo alla sua conosciuta e intima amicizia con Antonio Canova, in Arcevia si parla di una sua qualche scultura segretamente custodita.

L'architettura di taglio neoclassico del Vici (dove il bello è dettato dalla necessità, nonché da moduli ovviamente classici), caratterizza ancora oggi in numerose città del Lazio, a Napoli, Caserta e in tutte le Marche. Le opere dal Vici realizzate per Arcevia sono la cupola di San Medardo, la bellissima chiesa a croce greca (unica su tutto il territorio) di San Francesco da Paola e la chiesa di Sant'Agata.

di Laura Coppa

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Thu, 15 Oct 2015 08:27:46 +0000
ANGELO ROCCA - BIOGRAFIA http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/36-biografie-1 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/36-biografie-1 Angelo Rocca nasce a Rocca Contrada (Arcevia) nel 1545.
Accolto a sette anni presso il monastero agostiniano di Camerino, comincia sin da subito a seguire gli insegnamenti degli agostiniani, tanto che, il suo nome da monaco Camers o Camerinus, attribuitogli a questa tenerà età, sarà da lui utilizzato per tutta la vita. Dopo gli studi di Teologia a Perugia, Roma e Venezia, si laurea a Padova per poi trasferirsi, nel 1585, a Roma, dove comincia a lavorare presso le stamperie vaticane diventandone direttore dieci anni dopo. Gli incarichi presso il Vaticano gli permisero di approfondire i suoi interessi storici, avendo la possibilità di accedere a documenti costuditi in Vaticano e solitamente non accessibili. Oltre ad essere eletto Vescovo nel 1605, durante la sua carriera da storico e umanista curò le opere di Egidio Colonna nel 1581 e di Augustinus Triumphus nel 1582, quest'utlimo, noto anche come Augustinus di Ancona. Fra le sue opere vanno ricordate la Bibliothecæ theologicæ et scripturalis epitome (1594), il De Sacrosancto Christi Corpore Romanis Pontificibus iter Conficientibus Præferendo commentarius (1599), il De Canonizatione Sanctorum commentarius (1601) e il De Campanis (1612).
Inoltre, collaborò con estrema cura e interesse all'edizione della Vulgata detta anche Clementina (perché approvata da Papa Clemente VIII), che restò, per diversi secoli, la versione ufficiale adottata dal rito latino.
Tuttavia, il suo nome è collegato a una ben più nota azione, ossia quella della fondazione, nel 1614, della Biblioteca Angelica (così chiamata per via del nome di battesimo del suo fondatore) di Roma, una fra le prime Biblioteche italiane aperte al vasto pubblico e non solo a esclusiva di una data casta sociale.
Il nucleo principale della Biblioteca Angelica è composto proprio dal lascito di Angelo Rocca, poi ampliatosi a partire dal 1661, grazie ad altri numerosi e ricchi lasciti.
Infine, l'acquisizione nel 1762 dell'intera biblioteca da parte del Cardinale Domenico Passionei, raddoppiò la collezione dell'Angelica, fino a rendersi necessario un ampliamento (ad opera dell'architetto Luigi Vanvitelli) che gli conferì l'aspetto odierno.
Angelo Rocca muore a Roma nel 1620.

di Laura Coppa

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Thu, 15 Oct 2015 08:29:17 +0000
BOCCADORO - LEGGENDA http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/46-boccadoro-leggenda http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/46-boccadoro-leggenda L'intero territorio di Arcevia è stato nei secoli insediato da numerose civiltà.
A testimonianza di ciò, vi sono i vari ritrovamenti fatti nel corso del tempo
inerenti la preistoria, protostoria e fino all'età del ferro.
Nel territorio compreso fra le località di Montefortino, Ripalta e San Ginesio,
sono state fatte rilevanti opere di scavo e le numerose ricerche hanno portato alla luce la necropoli gallica di Montefortino
(metà del IV-inizi del II secolo a.C.), il fossato di Conelle (circa III millennio a.C.) e numerosi altri rinvenimenti.
Nel corso del tempo, in questa zona, si sono tramandate leggende per lo più legate a strani rinvenimenti fatti dai contadini.
Si va dai campi detti "dei giganti" (per ritrovamenti di "arti" scultorei dalle dimensioni enormi)
all'omonimo cimitero (in zona San Ginesio, si narra del rinvenimento di scheletri umani oltre i due metri).
Nel passaggio generazionale, molte cose sono state modificate, implementate o dimenticate,
ma della zona, resta la nomea del "cerchio della paura".
Statue e bambole d'oro rinvenute dai mezzadri e barattate con i fattori per qualche uova in più,
teste e gambe in marmo usate per rinforzare aratri e, soprattutto, continue incursioni notturne di "cacciatori d'oro".
Fra tutte le leggende, ce n'è una che continua a essere raccontata.
La versione che diremmo ufficiale è stata riportata da Idelma Bruni di anni 80, residente a Montefortino e nativa di San Ginesio.
La storia delle "bocce d'oro" le fu raccontata dal padre Nicola Bruni che, secondo quando riportato, fu direttamente coinvolto alla scoperta.
Intorno ai primi del '900, girava già la storia di un gioco delle bocce tutto d'oro.
Secondo i racconti, il tesoro era interrato in un piccolo altipiano di Ripalta (subito sopra San Ginesio) e segnalato da una Croce lignea.
Una notte, tale Nicola Bruni, sua sorella minore (all'epoca poco più che ragazzini) e un altro signore non meglio identificato,
si recarono sul luogo e scavarono per recuperare le sfere d'oro.
Il gioco delle bocce d'oro fu effettivamente trovato e portato a casa per la notte dal terzo signore partecipe allo scavo.
Il giorno seguente però, costui informò gli altri due di aver riportato le sfere nel luogo del ritrovamento, di averle di nuovo seppellite
e riposto la croce al proprio posto perché per l'intera notte avevano continuato a ruotare sul tavolo della cucina sopra cui erano state momentaneamente appoggiate
In seguito a sopralluoghi nel campo su cui tutt'ora stanzia la croce lignea,
sono state rinvenuti (e continuano ad esserlo) grossi blocchi di pietra calcarea composta da strati di fossili marini (siamo a 40 km circa dal mare e a 300 metri di altitudine).
Ora, non è possibile sapere con certezza se la leggenda delle bocce d'oro abbia o meno un fondo di verità,
è comunque certo che, tale zona, sia stata nel corso dei secoli scelta e contesa fra le varie civiltà,
come pure è vero, secondo alcuni racconti, che lì dove oggi troneggia quella croce senza età, un tempo vi fosse una "cava" di pietra calcarea.

di Laura Coppa

 

 

 

Ripalta di Arcevia. Foto della Croce sotto la quale pare sino state rinvenute le bocce d'oro della leggenda. La Croce pare risalire alla seconda metà del XIX secolo, mentre la base in mattone è stata probabilmente rifatta negli anni 60/70. Intorno alcune pietre calcaree e fossili rinvenute durante i vari cicli di lavorazione del terreno.

Ripalta di Arcevia. Panoramica del campo dove è situata la Croce della leggenda delle bocce d'oro.

Fossile di conchiglia rinvenuta nel terreno di Ripalta.

Fossili di ostriche rinvenute nel terreno di Ripalta.

Blocco di pietra calcarea (composta da sabbia e frammenti di conchiglia)
con fossile di una grande conchiglia rinvenuta nel terreno di Ripalta.

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Thu, 15 Oct 2015 08:48:55 +0000
EDICOLE SACRE 1 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/44-edicole-sacre-aree-caratteristiche http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/44-edicole-sacre-aree-caratteristiche EDICOLE SACRE 2 - EDICOLE SACRE 3 - EDICOLE SACRE 4 - EDICOLE SACRE 5

Le edicole sacre nel territorio di Arcevia

Nei 126 kmq dell'intero territorio arceviese, numerosissime sono le edicole sacre locate nei posti più spersi e impensabili. A volte sono antichi ex voto, piccoli totem in mezzo a terreni coltivati come buon auspicio, altri richieste di grazia, oppure costruzioni più moderne che sostituiscono antichissime chiese rupestri, zone di preghiera per viandanti o antiche cantorie disseminate su tutto il territorio. La raccolta presente, ragionata e gentilmente messa a disposizione da Gianni Tenti, raccoglie la gran parte di tutte le edicole presenti sul territorio. Non sono invece state incluse tutte (anche se alcune presenti) le nicchie delle antiche case coloniche, le croci votive e sicuramente molte altre ben più nascoste (sia per motivi anagrafici, qualora le edicole non siano state restaurate di recente, sia perché la natura e la vegetazione circostante, in assenza di mano umana, sono tornate ad impadronirsi dei propri spazi) e che risulta davvero difficile scovare.

 

 

Arcevia, Monte della Croce. "Per Maria AD Jesum". Anni '80.

Arcevia. "Ave Maria". 1912

Arcevia, Porta del forno. Madonna. Senza Iscizione e data (recente)

Arcevia, Centro Culturale San Francesco. Senza Iscrizione e data (recente)

 

EDICOLE SACRE 2 - EDICOLE SACRE 3 - EDICOLE SACRE 4 - EDICOLE SACRE 5

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Thu, 15 Oct 2015 08:45:42 +0000
EDICOLE SACRE 2 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/365-edicole-sacre-2 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/365-edicole-sacre-2  EDICOLE SACRE 1 - EDICOLE SACRE 3EDICOLE SACRE 4EDICOLE SACRE 5

 

 EDICOLE SACRE 1  - EDICOLE SACRE 3EDICOLE SACRE 4EDICOLE SACRE 5

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Sat, 07 Nov 2015 08:55:06 +0000
EDICOLE SACRE 3 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/366-edicole-sacre-3 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/366-edicole-sacre-3   EDICOLE SACRE 1EDICOLE SACRE 2 - EDICOLE SACRE 4EDICOLE SACRE 5

 

  EDICOLE SACRE 1EDICOLE SACRE 2EDICOLE SACRE 4EDICOLE SACRE 5

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Sat, 07 Nov 2015 08:55:52 +0000
EDICOLE SACRE 4 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/367-edicole-sacre-4 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/367-edicole-sacre-4    EDICOLE SACRE 1EDICOLE SACRE 2 - EDICOLE SACRE 3EDICOLE SACRE 5

 

  EDICOLE SACRE 1EDICOLE SACRE 2 - EDICOLE SACRE 3EDICOLE SACRE 5

 

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Sat, 07 Nov 2015 08:56:45 +0000
EDICOLE SACRE 5 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/368-edicole-sacre-5 http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/368-edicole-sacre-5    EDICOLE SACRE 1EDICOLE SACRE 2 - EDICOLE SACRE 3EDICOLE SACRE 4 

 

  EDICOLE SACRE 1EDICOLE SACRE 2 - EDICOLE SACRE 3EDICOLE SACRE 4

 

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Sat, 07 Nov 2015 08:57:23 +0000
ERCOLE RAMAZZANI - BIOGRAFIA http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/38-ercole-ramazzani-biografia http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/38-ercole-ramazzani-biografia Il maggiore pittore arceviese del '500 nasce in Arcevia (in zona Santo Stefano) fra il 1530 e il 1537. Purtroppo, restano pochi documenti riguardo la sua vita. Certo che fosse figlio di Giampaolo di Betto Ramazzani. Le prime e attendibili notizie si hanno a partire dal 1550, quando si trasferisce come garzone presso lo studio di Lorenzo Lotto in Ancona. Qui, il Ramazzani, comincia il suo apprendistato come tutto fare, dimostrando particolare devozione al maestro che, di contro, ne ha particolare cura chiamandolo il proprio "criato" (la propria creatura). Alcune note e libri di registro attestano che il Ramazzani si occupasse delle riscossioni per conto del suo maestro, dei pegni e del saldo dei debiti, qualora fosse necessario, anche con la vendita degli indumenti e oggetti personali del Lotto. Costui, di contro, aveva cura che il suo pupillo vestisse come di buona usanza all'epoca. È certo che il loro idillio proseguì fino al 1552, quando il Ramazzani, forse stanco di stare a garzone e probabilmente ritenendosi sufficientemente maturo per avviare esso stesso la propria personale bottega, abbandona il Lotto dicendogli chiaramente di trovarsi un altro garzone.
Fatto che probabilmente non fu colto di buon grado dal Lotto, che nel suo libro di "spese diverse" annota, mal celando il rammarico: "da due anni ch'el dovea starsi secondo li accordi essendo di sproporzionata natura [...] alla natura e costumi miei, tenutolo per suo ben, pietoso de tale dementia, con mio cruccio, due anni secondo lo acordo [...] portandose mal a mia servimenti [...] sempre altercandosi mecco [...] insignoritosi havesri fatto gran frutto et veder posser viver senza di me." Inoltre, propbabilmente ferito, dichiara ancora: "non levar più garzone che mi siano ingrati, come san qualche cosa mi piantano." (1)
Tuttavia Ercole Ramazzani de la Rocha, è probabilmente a conoscenza del fatto che cominci ad essere stimato come pittore dai suoi concittadini e non solo, dato che da questo periodo in avanti, si susseguono numerosi incarichi e commissioni su tutto il territorio e che gli consentono di vivere dignitosamente fino alla morte.
Lo Zampetti scrive riguardo al Ramazzani:
"è pittore notevole e in gran parte da rivelare, perché quasi sconosciuto fino ad ora e non esaminato dalla critica. Eppure è tra i più rappresentativi esponenti della ccultura pittorica legata alla Controriforma, discontinuo, ma con dei balzi di qualità sorprendenti come nei quadri di Matelica, di Arcevia, di Senigallia e altrove, dove l influenze veneto-romane e dello stesso Lotto appaiono rievocate da una personalità estrosa e irrequieta." (2)

Il Ramazzani muore in Arcevia il 4 agosto del 1598 lasciando la moglie Caterina di Francesco Martirelli di Arcevia e cinque figli sopravvissuti a ben quattordici.

Buona parte delle sue opere sono conservate presso la pinacoteca di San Medardo di Arcevia, presso quella Diocesana di Senigallia e numerose altre dislocate sul territorio (Matelica, Pergola, Sassoferrato, Montecarotto, Rosora, Morro D'Alba, Poggio San Marcello, Ostra Vetere, Filottrano, Corinaldo, Cerreto d'Esi e molte altre).

di Laura Coppa

(1) Paolo Santini, "Arcevia. Itinerario nella storia e nell'arte", Comune di Arcevia, 1984, pagg. 86-90
(2) Idem
Bibliografia:

Paolo Santini, "Arcevia. Itinerario nella storia e nell'arte", Comune di Arcevia, 1984.
AA. VV. "Ercole Ramazzani de la Rocha. Aspetti del Manierismo nelle Marche della Controriforma" a cura di Daniela Matteucci, Marsilio editore 2006.

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Thu, 15 Oct 2015 08:37:58 +0000
FERNANDO PALAZZI - BIOGRAFIA http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/39-fernando-palazzi-biografia http://www.lamemoriadeiluoghi.it/index.php/arcevia/39-fernando-palazzi-biografia Fernando Palazzi

Fernando Palazzi nasce ad Arcevia il 21 giugno 1884 da Filippo e Felicita Terenzi. In Arcevia trascorrerà la sua infanzia, per trasferirsi poi a Loreto, dove il padre ottiene un incarico presso gli uffici della Santa casa. Dopo gli studi classici svolti presso il Regio Liceo di Ancona si laurea in Giurisprudenza ed intraprende la carriera di Magistrato. Nel 1908 viene nominato uditore giudiziario presso il Tribunale di Ancona e prosegue la sua carriera alternando diversi incarichi dislocati fra Piacenza (presso cui diverrà vicepretore), Ferrara (dove avrà l'icarico di giudice aggiunto di II categoria). Nel 1910 sposa Emilia Sguerso da cui avrà tre figli: Simonetta, Duccio e Rosetta.
Ben presto, la passione per la letteratura, lo porta ad affiancare alla carriera di magistrato anche quella di scrittore e traduttore. Già nei primi del '900 scrive infatti per alcune riviste (quali "Pagine libere", "Il giornale del mattino", "Illustrazione italiana" e numerose altre) e si occupa della traduzione di testi dal tedesco e dal francese. Con lo scoppio della prima guerra mondiale, il Palazzesi si arruola per essere ben presto trasferito al Tribunale di Roma come sottotenente. In questo periodo diviene anche critico letterario e redattore capo de "L'italia che scrive", divenendo il più assiduo recensore di critica letteraria della rivista.
Dall'inizio degli anni 20 si trasferisce a Milano. Qui lascia definitivamente la sua carriera di magistrato e intraprende numerose collaborazioni con riviste e quotidiani letterari quali "L'Ambrosiano" e "La Fiera letteraria". Nel 1925 inizia a collaborare con la Mondadori per cui sarà autore e supervisore di numerosi testi scolastici e curerà il "Piccolo dizionario di mitologia e antichità classiche". Sempre nello stesso periodo, inizierà anche una proficua collaborazione con la casa editrice milanese "Unitas".
Nel 1927 la casa editrice Hoepli pubblica "Il libro dei mille savi", vera e propria raccolta ragionata di massime, pensieri, aforismi e paradossi provenienti da tutti i tempi e da tutti i paesi con tanto di testo originale e citazione delle fonti (il libro è stato ristampato nel 2007 ed è ancora disponibile sul mercato dopo oltre 80 anni dalla prima pubblicazione).
Nel 1930 arriva il primo grande riconoscimento. Con la pubblicazione del suo primo romanzo "La storia amorosa di Rosetta e del cavalier di Nerac", Palazzi ottiene, insieme al successo, anche il riconoscimento dell'Accademia Mondadori con il primo premio del "concorso per un romanzo inedito italiano".
Nel 1931 Fernando Palazzi firma il contratto con la casa editrice Utet per la direzione de "La scala d'oro" una collana dedicata alla letteratura per l'infanzia strutturata per età e gradi d'apprendimento che diverrà vero e proprio punto di riferimento per varie generazioni, tanto da andare in ristampa ancora molti anni dopo. Nello stesso anno comincia anche a scrivere per "Il Corriere della Sera".
Successivamente, interrompe la collaborazione con la Mondadori e aumentano le collaborazioni con case editrici. Si occupa prevalentemente di letteratura per l'infanzia, di traduzioni di fiabe illustrate e di testi scolastici. Fra i più importanti si ricordano la "Novissima grammatica italiana" l' "Enciclopedia della fiaba" e la fortunata edizione ridotta per le scuole del dizionario "Il piccolo Palazzi" e l'enciclopedia illustrata "Il tesoro del ragazzo italiano".
Nel 1939 pubblica il "Novissimo dizionario della lingua italiana", l'opera che più delle altre gli assicurerà un posto nella storia, restando per molti anni al fianco dei giovani studenti di varie generazioni.
Fernando Palazzi proseguirà ad occuparsi di critica letteraria e di letteratura per l'età evolutiva fino alla sua morte, avvenuta nella sua abitazione di Milano l'8 giugno 1962.

di Laura Coppa

Biografia:

"Fernando Palazzi: un silenzioso e operoso costruttore", AA. VV., Quaderni del consiglio regionale delle Marche, Maggio 2012.

Sitografia:

Wikipedia.org (voce Palazzi Fernando)
Arceviaweb.it (personaggi illustri)
Fondazionemondadori.it
Lombardiabeniculturali.it


Fernando Palazzi sul lungomare di Fano in una foto del 1954

Epigrafe posta in Arcevia sulla torre Comunale.

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fedecandelaresi@libero.it (Federica Candelaresi) Arcevia Thu, 15 Oct 2015 08:38:53 +0000